Il fascismo e le donne
nella “Rassegna femminile italiana” 1925-1930
Stefania Bartoloni

Stefania Bartoloni
Il fascismo e le donne
nella “Rassegna femminile italiana” 1925-1930
Attraverso le pagine della “Rassegna femminile italiana”, bollettino dei Fasci femminili e uno dei primi fogli di partito diretto alle sue militanti, questo studio getta luce sui motivi dell’adesione femminile al movimento di Mussolini e segue le tappe della riorganizzazione delle attiviste, che da subito rivendicarono indipendenza e libertà d’azione. Le vicende sono ricostruite stabilendo un filo di continuità con le esperienze giornalistiche precedenti e con il suffragismo del primo Novecento. L’inevitabile confronto del gruppo di fasciste vicino alla rivista con i compagni di partito portò a un sostanziale ridimensionamento delle aspettative e delle speranze di chi aveva contribuito e creduto alla costruzione di un ‘femminismo fascista’.
180 p., ill.
Stefania Bartoloni insegna Storia dei partiti politici presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi Roma Tre. Si è a lungo occupata di storia dell’assistenza infermieristica e della Croce rossa con i suoi Donne al fronte, Le infermiere volontarie nella Grande guerra (Roma, 1998), Italiane alla guerra, L’assistenza ai feriti 1915-1918 (Venezia, 2003), Donne della Croce rossa italiana tra guerre e impegno sociale (Venezia, 2005).
Socia fondatrice della Società italiana delle storiche, è nella redazione di “Mondo contemporaneo. Rivista di storia”.
I GIORNALI DELL’EMIGRAZIONE 1914-1919
I giornali allofoni, cioè gli organi di stampa che vengono editi in una lingua diversa da quella del paese di pubblicazione, costituiscono un fenomeno antico e di ampie proporzioni. Tuttavia, nonostante il numero, la qualità e la durata di alcune testate, questo genere di pubblicazioni non è stato studiato quanto meriterebbe, fatta eccezione per le analisi incentrate sui giornali che furono espressione di gruppi di rifugiati politici.
PERIODICI ITALIANI 1943-1950
Gli incunaboli dell’Italia libera:gli anni del ‘dopofascismo’ sono anni di straordinaria vitalità per quotidiani e riviste.Nelle aree geografiche e nei mesi di occupazione tedesca e di amministrazione repubblichina la rinascita dei periodici restasottotraccia, non assente né interrotta nella stampa clandestina, mentredopo la Liberazione il panorama della stampa attraverserà rapide trasformazioni.
GIORNALI DI STRADA
«Tendere un giornale è meglio che tendere una mano». Il giornalismo di oggi è anche questo, attento a realtà poco conosciute e a tematiche quanto mai attuali: povertà, immigrazione, disabilità, emarginazione e carcere. È stato definito ‘giornalismo sociale’ e un posto di prestigio, in questo panorama, è occupato dai giornali di strada. Da New York a Londra, da San Pietroburgo a Roma, gli homeless si sono guadagnati uno spazio editoriale per raccontare le loro vite.