I giornali dell’emigrazione, 1914-191
nelle raccolte della Biblioteca di Storia moderna e contemporanea
a cura di Rosanna De Longis e Eugenio Semboloni
a cura di Rosanna De Longis e Eugenio Semboloni
I giornali dell’emigrazione, 1914-1919, nelle raccolte della Biblioteca di storia moderna e contemporanea
I giornali allofoni, cioè gli organi di stampa che vengono editi in una lingua diversa da quella del paese di pubblicazione, costituiscono un fenomeno antico e di ampie proporzioni. Tuttavia, nonostante il numero, la qualità e la durata di alcune testate, questo genere di pubblicazioni non è stato studiato quanto meriterebbe, fatta eccezione per le analisi incentrate sui giornali che furono espressione di gruppi di rifugiati politici. Tale negligenza non va ascritta solamente alla considerazione di queste fonti come ‘stampa minore’, ma anche alla scarsa consistenza delle raccolte e alla dispersione tra diversi istituti di conservazione: si tratta di problemi che derivano dalla stessa natura ‘ibrida’ e ‘meticcia’ della fonte.
Nell’ambito del fondo relativo alla Prima guerra mondiale della Biblioteca di storia moderna e contemporanea è presente un numero assai consistente di periodici alloglotti, circa 190 testate in italiano stampate all’estero e oltre 260 periodici stranieri stampati in lingua diversa da quella del paese di pubblicazione. Il fondo proviene dai materiali raccolti da due organismi attivi durante gli anni della guerra nella raccolta di documentazione sulla mobilitazione e gli eventi bellici, il Comitato Nazionale per la Storia del Risorgimento e l’Ufficio Storiografico della Mobilitazione. Il catalogo è integrato dai contributi critici di Bénédicte Deschamps e Matteo Sanfilippo.
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«Tendere un giornale è meglio che tendere una mano». Il giornalismo di oggi è anche questo, attento a realtà poco conosciute e a tematiche quanto mai attuali: povertà, immigrazione, disabilità, emarginazione e carcere. È stato definito ‘giornalismo sociale’ e un posto di prestigio, in questo panorama, è occupato dai giornali di strada. Da New York a Londra, da San Pietroburgo a Roma, gli homeless si sono guadagnati uno spazio editoriale per raccontare le loro vite.